Rosso Istanbul - Ferzan Ozpetek
Esce questa settimana il film di Ozpetez, tratto dal romanzo omonimo, Rosso Istanbul.
Il libro aveva riscosso già molto successo nel 2013, data di pubblicazione, e se ne attende un altro per il film.
Il romanzo è molto corto e porta avanti due storie parallele, a capitoli alterni.
La prima è quella del regista, narrata in prima persona, che torna ad Istanbul per l'abbattimento della casa natale.
La seconda è quella di Anna, narrata in terza persona, che si reca ad Istanbul per un viaggio di lavoro, con il marito e due colleghi.
Attraverso le vicende dei due personaggi, che si intravedono e incontrano di sfuggita per tutto il romanzo, giriamo le strade della città, ne percepiamo i profumi, vediamo i colori e risaliamo a quella che è stata la storia dell'infanzia del regista.
Un libro che parla continuamente d'amore: amore materno, amore per le cose, per le persone, per la città.
Si contrappongono due colori, il rosso e il blu. Il rosso della città e il blu del Bosforo, due colori molto cari a Ozpetek.
"Perché? Non abbiamo forse tutti bisogno di sognare?"
"Cammina veloce come chi ha paura di mancare un appuntamento o come se, invece, non le importasse più di tanto dove va."
"Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l'incendio che un cuore d'inverno."
"Quand'è l'ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta?"
"Quello che ti voglio dire è in una lingua che non conosco."
"Mi ha riconosciuta? Si è ricordato di me?"
"Perché si meraviglia? Pensa davvero di essere dimenticabile?"
- il mio voto - |
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