La Trilogia dei Colori - Maxence Fermine

La trilogia dei colori di Maxence Fermine



La trilogia dei colori - Maxence Fermine

Neve

Una piccola favola che parla di un poeta di haiku, la tecnica letteraria giapponese di scrivere tre versi con diciassette sillabe, non una di più. Yuko Scrive versi meravigliosi dedicati alla neve, ma privi di colore.
Deve perciò recarsi da un grande maestro cieco, Soseki, per imparare l'arte del colore, per dare colore alla sua poesia. 
Una storia piena di amore e poesia. 
Una scrittura incredibilmente essenziale, minimalista, senza fronzoli, proprio come un piccolo haiku. Ogni parola in più sarebbe superflua. Scrittura molto delicata, candida, quasi fosse scritto da un autore giapponese.
E poi la neve, "la poesia dell'inverno"...ovunque. Nel paesaggio, nella poesia, nei nomi, nel cuore delle persone. 

Il violino nero

Se il colore predominante in "Neve" era il bianco più assoluto, qui predominano il nero e l'oro nell'immenso sfoggio di lusso di Venezia. 
Johannes è un genio musicale che si esibisce sin da piccolo. Costretto ad arruolarsi, scampato magicamente alla morte in battaglia, giunge a Venezia, una città silenziosa e piena di sfarzi.
Qui avviene il primo incontro con Erasmus, un liutaio di grande talento che nasconde una storia commovente e bellissima.
Una storia di incontri: l'incontro tra un violinista e una città magica, l'incontro tra un violinista e un liutaio, l'incontro tra un violinista e un violino nero.
Un enigmatico violino che nasconde una triste storia d'amore, costruito con l'intento di "Creare il suono che unisce il mondo umano al mondo celeste."

L'apicoltore

È tutto un meraviglioso tripudio d'oro. Miele, api, deserto, sole, abbronzatura...e io ne sono deliziata, in quanto amo moltissimo i colori in tutte le sue forme ma l'oro è sicuramente quello che amo maggiormente.
Aurelién Rochefer è un giovane apicoltore che vive nel sud della Francia, regno della lavanda. Ma il nostro protagonista è alla ricerca dell'oro della vita.
"Sai almeno a cosa serve l'oro?" rispose "A far sognare."
Una notte, dopo aver fatto uno strano sogno decide di mettersi in viaggio alla ricerca dell'oro.
Un viaggio pericoloso ma affascinante che lo porterà a vivere molte avventure ed assaporare l'amore. 
"Quell'uomo aveva una strana concezione della vita: era convinto che perdersi fosse l'unico modo per poter, un giorno, trovare se stesso".
Forse il più completo ed equilibrato dei tre.


Il nostro autore sceglie, a mio avviso, i tre colori più belli del mondo: bianco, nero e oro. meravigliosi da soli ed elegantissimi in questo specifico mix.
Ciò che accomuna questi tre racconti? Il sogno. La dimensione onirica, che guida i nostri protagonisti durante le loro avventure, alla ricerca delle proprie aspirazioni. Sogni a volte trasversali tra più personaggi, a volte premonitori, a volte salvifici.























- il mio voto -


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